24 Febbraio 2021

Responsabile
Corrado Panzeri
Gli impatti dell’high performance computing (HPC) e la centralità per il posizionamento dell’Emilia Romagna come hub di riferimento in Europa per la ricerca e lo sviluppo sui big data

Una delle sfide tecnologiche più rilevanti verso l’affermazione di una supremazia geopolitica è costituita dal possesso della maggiore capacità computazionale. Questo sarà ancora più vero nel nuovo futuro post Covid-19, in cui le economie saranno mutate verso una sempre maggiore digitalizzazione rispetto al passato.

Le società future dovranno essere molto più attente alla salute dei cittadini e alla salvaguardia dell’ambiente, i cittadini richiederanno servizi sempre più personalizzati e questo richiederà reti internazionali per la rilevazione, l’analisi e il controllo dei dati che continueranno ad essere generati nella loro inarrestabile ed esponenziale crescita.

In questo quadro, la principale frontiera tecnologica della capacità computazionale è l’High Performance Computing (HPC), ovvero ciò che si ottiene quando una serie di server di alta gamma e potenza, interconnessi tra loro a formare un singolo sistema, è utilizzata per risolvere problemi complessi in tempi utili, mediante metodologie di calcolo parallelo.

L’Emilia-Romagna ha oggi l’opportunità di fare leva sulle expertise tecnologiche e digitali che si stanno consolidando sul territorio, mettendole in sinergia con le competenze sviluppate nelle aree di specializzazione della Regione, per creare un ecosistema attrattivo, in grado di competere a livello internazionale, attraendo talenti, capitali e imprese e fungendo così da traino per posizionare l’Italia come centro di riferimento in Europa e nel mondo per lo sviluppo e l’impiego delle tecnologie computazionali più all’avanguardia.