05 Settembre 2021
Sesta edizione
Sono 148 i Paesi mappati nel Global Attractiveness Index (GAI) 2021, con quasi 1 milione di data point raccolti, che consentono di trarre un quadro molto sfidante dal punto di vista della definizione di nuove policy e strumenti per la ripartenza. È per questo motivo che negli ultimi due anni il Gruppo di Lavoro The European House – Ambrosetti ha deciso (a differenza della Banca Mondiale e del World Economic Forum, che hanno momentaneamente sospeso la pubblicazione dei propri Indici) di andare avanti con la pubblicazione del progetto di ricerca GAI.
Il percorso per la ripartenza è già stato tracciato dall’Europa che, nel GAI 2021, mantiene un’attrattività alta ma fragile, schiacciata dalla regione asiatica, soprattutto sul fronte dell’attrazione degli Investimenti Diretti Esteri: fra il 2009 e il 2019 la quota di IDE attratti da Paesi europei è passata dal 40% al 24%. Una ricomposizione del quadro mondiale del quale hanno beneficiato in particolare l’America del Nord (da 13% a 20%) e l’area ASEAN (da 3% a 12%). Il 2020 amplifica esponenzialmente il trend: l’Europa scende ad una quota del 7%. L’Italia, come si può immaginare, non ne beneficia.
Nel GAI 2021 il Paese si posiziona al 20° posto, complice la perdita di 8 posizioni proprio nel KPI relativo agli IDE, con uno score complessivo che, però, è in miglioramento: 61,32 nel 2021 vs 59,50 nel 2020. Il segno di un Paese in sofferenza, costantemente minacciato dalla maggiore velocità degli altri, ma molto resistente. Nel quinquennio l’Italia fa bene, guadagnando 5 posizioni rispetto alla classifica 2017.