01 Marzo 2021

Responsabile
Daniela Bianco
Pandemia da covid-19 e riflessioni sulle strategie adottate a livello globale

Le diverse strategie e i diversi interventi adottati dai vari Paesi stanno determinando risultati diversi nella lotta al COVID-19 e, di conseguenza, sulla ripresa economica.

L’emergenza COVID-19 ha messo (e sta mettendo) a dura prova i sistemi sanitari ed economici di tutto il mondo, soprattutto in termini di capacità di prevenire e rispondere ad un evento di tale portata che ha impatto oltre i confini geografici del singolo Paese.

Le scelte adottate dai Paesi, pur presentando delle eterogeneità, si sono indirizzate verso due linee di azione: interventi specifici per rafforzare i sistemi sanitari e misure di sanità pubblica. Tali interventi sono fortemente interconnessi: i primi supportano direttamente la capacità dei sistemi sanitari nazionali nel far fronte l’emergenza, i secondi cercano di alleviare lo stress che le strutture sanitarie si trovano ad affrontare incidendo su regole volte a contenere/eliminare la circolazione del virus.


La strategia "Zero Covid": analisi e riflessioni

La ricchezza di dati disponibili a due anni dall’inizio della pandemia potrebbe essere la base per l’elaborazione di Piani di risposta efficaci. I dati disponibili ad oggi suggeriscono, infatti, che i Paesi che perseguono la strategia di eliminazione del COVID-19 (conosciuta anche come strategia “Zero-COVID”) stanno ottenendo risultati migliori rispetto a quelli che implementano una strategia di soppressione: in altre parole, puntare a zero casi COVID-19 sta producendo risultati più positivi che cercare di “convivere con il virus”. Michael Baker (Professore di Public Health, University of Otago) e Martin McKee (Professore di European Public Health, London School of Hygiene and Tropical Medicine) hanno individuato 16 ragioni per cui tutti i Paesi dovrebbero implementare una politica di eliminazione del virus:


  1. Riduce la mortalità – Paesi che perseguono la strategia di eliminazione hanno un’incidenza dei decessi da COVID-19 giornalieri tipicamente inferiori a 1 decesso per milione di abitanti, ovvero quasi 20 volte inferiore rispetto a molti Paesi che “convivono” con il virus.
  2. Evita gli effetti del «lungo Covid-19» – Paesi che implementano la strategia di eliminazione del COVID-19 evitano gli effetti del «Lungo COVID» sulle popolazioni, che causa problemi di salute nella maggior parte delle persone ospedalizzate, ma possono interessare anche quelli con lievi sintomi.
  3. Riduce le diseguaglianze – Le pandemie causano inevitabilmente danni maggiori alle fasce più deboli della popolazione e l’adozione di una strategia di eliminazione, insieme a misure di protezione sociale, contribuisce a ridurre al minimo tali disuguaglianze.
  4. Determina una minore contrazione economica – I Paesi che hanno introdotto la strategia di eliminazione stanno registrando una contrazione economica inferiore rispetto ai Paesi che cercano di convivere con il virus.
  5. Funziona in vari contesti – Questo tipo di strategia si può realizzare in Paesi molto diversi per geografia, dimensioni, risorse economiche disponibili e stili di Governo.
  6. È efficace anche dopo un'intensa trasmissione locale – Il virus può essere eliminato anche dopo che si è verificata un’intensa trasmissione all’interno di un determinato Paese.
  7. Più facile da realizzare se più Paesi adottano la stessa strategia – Se più Paesi (soprattutto confinanti) adottano questo approccio risulta più facile e più rapido il successo nell’eliminazione del virus.
  8. Viene sostenuta dalla vaccinazione – Il lancio di vaccini efficaci renderà più facile l’eliminazione del COVID-19, tanto più se la vaccinazione verrà implementata in combinazione con altre misure di salute pubblica.
  9. Fissa un obiettivo motivante e spinge al coordinamento – Paesi che adottano la strategia di eliminazione si sono posti un obiettivo sfidante e devono attuare politiche integrate e coordinate per raggiungerlo.
  10. È sostenibile – I Paesi che perseguivano l’eliminazione del virus anche se hanno avuto battute d’arresto (riprese dei contagi e focolai di confine) sono stati per lo più in grado di contenerle e riguadagnare il loro status di eliminazione.
  11. È efficace in caso di mutazione del virus – I principali metodi utilizzati per l’eliminazione del COVID-19 (gestione dei confini, distanza fisica, utilizzo di mascherine, testing e tracciamento dei contatti) sono efficaci anche nel caso di mutazioni del virus (sebbene i test potrebbero essere meno efficaci se il virus cambiasse notevolmente).
  12. Integra i benefici dei vaccini caratterizzati da una protezione limitata – Nel caso in cui i vaccini fornissero solo una protezione limitata a lungo termine e fossero scarsamente efficaci nel prevenire la trasmissione, i metodi di eliminazione potrebbero integrare tale limitazione.
  13. Riduce l'emergere di varianti del virus pericolose – Gli approcci di eliminazione riducono la circolazione del virus in circolazione, diminuendo la probabilità di varianti del virus più pericolose (varianti che sono più infettive e che potrebbero sfuggire agli effetti protettivi dei vaccini, o addirittura essere più letali).
  14. Riduce l'introduzione di lockdown – Un lockdown relativamente breve e intenso per eliminare la trasmissione di COVID-19 in un’area dovrebbe consentire un allentamento delle misure di controllo in assenza di virus circolanti.
  15. Crea benefici collaterali – Gli approcci di eliminazione hanno ridotto la trasmissione di altri virus respiratori, in particolare l’influenza, determinando un minor numero di ricoveri e decessi per questi patogeni respiratori.
  16. È una buona strategia provvisoria – Questo approccio rappresenta una buona strategia provvisoria ed è ottimale nel lungo termine, in quanto potrebbe portare all’eliminazione regionale o addirittura all’eradicazione globale oppure alla trasformazione del virus in un’infezione endemica gestibile con la somministrazione di vaccini (come nel caso dell’influenza).


Scopri di più sull'approccio "Zero-Covid-19"