16 Febbraio 2022

Riforma del CSM, i primi passi di una complessa ma necessaria revisione

La proposta di riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che approda in Parlamento in questi giorni su iniziativa della Ministra Cartabia segna un ulteriore e importante passo nella fondamentale direzione di ridare fiducia ai cittadini italiani nei confronti della giustizia. La giustizia è infatti prima di tutto una questione di fiducia e poi di tecnica. Un Paese moderno non ne può prescindere. Quindi ben venga la riforma del CSM così come proposta. Sebbene la visione dell’Ambrosetti Club sul tema sia a tratti più provocatoria, molti degli interventi proposti dalla Ministra sono totalmente condivisibili e in linea con la nostra visione. A partire dalla revisione delle regole sulle cosiddette “porte girevoli”

Il nostro punto di vista sul tema non lascia spazio alcuno al rientro in Magistratura di un Magistrato che abbia superato il confine con la politica, in ogni sua espressione. L’irrigidimento proposto costituisce una giusta misura di risposta. Altra questione fondamentale è l’elezione dei membri del CSM e in particolare l’impossibilità di utilizzare lo strumento delle liste, spesso riflesso indiretto delle cosiddette “correnti”. Largo così alle candidature spontanee, strumento che se forse non mette al riparo da “manovre”, ma consente comunque una maggiore trasparenza. Nella stessa direzione va lo stop delle nomine a pacchetto a favore di un approccio legato alla scadenza temporale del ruolo.

In questo ambito, riteniamo rilevante la decisione di attribuire all’anzianità di servizio uno spazio residuale di valutazione. Non sempre anzianità di servizio e merito vanno di pari passo. La valutazione dell’operato del giudice è per noi imprescindibile e anche in questo senso accogliamo con positività il maggior focus sul tema che questa riforma propone, anche grazie al ricorso all’opinione degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei Magistrati.

Insomma, una riforma complessa e non priva di punti critici ma che finalmente cerca di scardinare regole e costumi che hanno portato ad una crisi di valori che è stata sotto agli occhi di tutti. Ora al Parlamento e alla politica il compito di non scardinare questi essenziali sviluppi.


La giustizia è prima questione di fiducia e poi di tecnica - Leggi il commento di Valerio De Molli, Managing Partner & CEO The European House - Ambrosetti


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