10 Aprile 2025

Durante la 36^ edizione del Workshop “Lo Scenario dell’Economia e della Finanza”, organizzato il 4-5 aprile 2025 da TEHA Group a Villa d’Este di Cernobbio, abbiamo rivolto una serie di domande agli oltre 200 fra manager e banchieri presenti, per rilevare le loro opinioni sullo stato attuale dell'economia e della finanza nazionale e internazionale e le prospettive future.
L'economia globale: sfide e prospettive
Il primo televoto è stato dedicato al tema dei dazi introdotti da Trump. Alla domanda su quanto sia grave l’impatto sul proprio business, in una scala da 1 a 6, ovvero da poco a molto grave, la maggioranza dei partecipanti si colloca fra 5 e 6 (41,6%). A rispondere poco è solo il 16,7%. La platea ritiene che gli impatti saranno maggiori per l’Unione Europea rispetto all’Italia: i partecipanti che si collocano tra 5 e 6 sono il 65% per l’Unione Europea rispetto al 41,3% per l’Italia.
Sul rapporto dollaro/euro, oggi il 60,9% ritiene che ad aprile 2026 l’euro sarà più forte, mentre il 23,2% ritiene che l’euro sarà più debole.
Rispetto alle performance delle aziende rappresentate, il 64,8% dei partecipanti ritiene che la propria impresa stia performando meglio o molto meglio rispetto ai competitor. Sulle previsioni di fatturato per il 2025, il 18,5% dei partecipanti ritiene di chiudere con una crescita superiore al 10%; il 36,9% con una crescita inferiore al 10%; il 16,9% con una flessione entro il 10%; il 6,2% con una flessione superiore al 10%.
Rispetto alle previsioni di occupazione per il 2025, il 39,1% non prevede variazioni nelle proprie aziende, mentre il 33,3% prevede un aumento di organico inferiore al 10%.
La mappa dei rischi per gli investimenti
Nel secondo televoto, i rispondenti hanno indicato i fattori che possono avere il maggior impatto negativo sul business nel 2025. I più segnalati sono le politiche della nuova Amministrazione statunitense (23,3%) e i tassi di interesse e la volatilità dei mercati finanziari (22,3%). A seguire troviamo le politiche della nuova Commissione europea (14,6%), la cybersecurity (12,6%), l’aumento dei prezzi delle materie prime, dell’energia e della logistica (11,7%).
L'ascesa dell'IA e del banking digitale
Nell’ultimo televoto della prima giornata del Workshop, i presenti si sono espressi sull’impatto dell’intelligenza artificiale nei servizi finanziari.
Appena il 15,2% dichiara di non utilizzare strumenti di AI in maniera strutturata contro il 34,8% dei partecipanti che ha affermato che sta sviluppando e integrando AI avanzata nei processi chiave dell’organizzazione aziendale.
Alla domanda sui possibili impatti dell’AI sulla produttività del settore finanziario nei prossimi 5 anni, il 50% indica l’ottimizzazione dei costi operativi e una maggiore efficienza, il 34,6% prevede la trasformazione dei modelli di business e nuovi modelli di revenue e l’11,5% una maggiore precisione nelle analisi e nelle previsioni finanziarie; solo il 3,9% prevede un aumento dei rischi di compliance e nuove sfide regolatorie.
L'operato del Governo italiano
Il primo televoto della seconda giornata del Workshop ha visto gli oltre 200 fra manager e banchieri esprimersi sull’operato del Governo a oggi.
Il 54,9% lo ritiene positivo sebbene potrebbe fare di più; il 23,9% lo giudica negativamente, riconoscendo buone intenzioni ma scarsa efficacia. Quanti lo ritengono molto positivo, e pensano che si stia muovendo molto bene, sono il 12,7%. Solo il 7% invece lo giudica molto negativo per interventi tardivi e inefficaci.
Le sfide per la crescita e la competitività in Europa
Il secondo televoto della seconda giornata del Workshop è stato dedicato all’Agenda per l’Europa.
Alla domanda su quale saranno le ripercussioni delle tensioni commerciali fra Stati Uniti ed Europa, il 24% degli gli oltre 200 partecipanti fra manager e banchieri ritiene che l’impatto sarà focalizzato solo su alcuni settori.
A pari merito con il 21,2% seguono il rischio di recessione dell’economia europea, l’aumento dell’inflazione e il calo del potere di acquisto e l’adattamento dell’Europa al nuovo contesto. Il 12,5% ipotizza una perdita della competitività dell’Europa.
Alla domanda sulle strategie che l’UE dovrebbe adottare per affrontare le sfide del crescente protezionismo globale, il 43,4% indica la necessità di investire in innovazione e transizione digitale per aumentare la competitività delle imprese, mentre il 35,9% ritiene opportuno rafforzare le relazioni commerciali con altri partner, diversi dagli USA.
Infine, rispetto ai costi dell’energia sulle imprese, il 36,8% non rileva alcun impatto, mentre il 27,9% dichiara che sta investendo in soluzioni innovative di efficienza energetica, nuovi impianti e fonti di energia rinnovabile.
Agenda per l'Europa, visioni di governo
Il terzo televoto della seconda giornata del Workshop è stato dedicato alle visioni di governo nella prospettiva europea.
La fiducia nelle Istituzioni europee, alla luce delle crisi geopolitiche ed economiche in essere, è rimasta invariata per il 41% degli oltre 200 partecipanti, mentre è calata per il 35,9%.
Il giudizio sull’operato della BCE è quasi equamente distribuito: a giudicarlo positivo è il 29,4%, stessa percentuale di chi lo ritiene appena sufficiente, mentre per il 25,5% è negativo.
Rispetto al mercato unico europeo, il 75,5% della platea lo ritiene poco o per nulla integrato. Alla domanda su quali materie debbano essere completamente integrate nel Single Market, emergono con forza i mercati finanziari (49,5%) e la difesa (33%).
Infine, con riguardo al piano Rearm Europe, il 41,5% dei manager di Cernobbio lo ritiene una scelta resa necessaria dal nuovo scenario geopolitico, mentre per il 32,1% si tratta di una misura poco efficace senza una politica estera europea comune.